La creatività è una dote naturale?

La creatività, a dispetto di quanto comunemente si è portati a credere, non è solo una dote naturale. Ma è il frutto di un continuo allenamento che richiede applicazione e tenacia per portare a risultati soddisfacenti.

Una persona creativa denota caratteristiche quali sensibilità, flessibilità, originalità. Ma anche capacità di produrre idee, capacità di sintesi, capacità di analisi, capacità di definire e strutturare in modo nuovo le proprie esperienze e conoscenze, ampiezza del settore ideativo e capacità di valutazione.

Sono davvero, queste ultime, capacità connaturate o esistono delle condizioni che ne favoriscono la manifestazione?

Anni di militanza mi portano ad affermare che la creatività è fatica. E che soprattutto nell’ambito della comunicazione tutte le competenze sopra elencate, si acquisiscono con il sudore della fronte.

Quando di fronte ad un problema abbiamo una persona che si arrende subito e un’altra che non dorme la notte pur di arrivare alla soluzione, possiamo semplicemente dire che la seconda è una persona creativa?

Sarà anche responsabile, caparbia, determinata e risoluta.

Al di là delle dimensioni propriamente individuali, ci sono altri fattori che concorrono a determinare la struttura motivazionale di un individuo, facilitando od ostacolando il manifestarsi del suo potenziale creativo.

Chi fa il creativo di mestiere, ha dovuto apprendere diverse tecniche per fare fronte alle continue richieste di pensiero creativo e tali tecniche possono essere utili a chiunque voglia attivare e trasformare le proprie emozioni per crearne di nuove.

Con la pratica, l’applicazione di queste tecniche diventa automatica, quasi un comportamento istintivo dove la mente, di fronte ad una sollecitazione esterna, è in grado di attuare tutta una serie di ragionamenti in maniera così rapida, da sembrare un processo naturale.
Ma non lo è.

Vi faccio un esempio.

Di tutte le tecniche creative conosciute e che vengono raggruppate in categorie quali:

  1. metodi di associazione 
  2. metodi di analogia 
  3. generazione sistematica di idee

ce n’è uno a me particolarmente caro: la Osborn Checklist. Si tratta di un metodo ideato da Alex Osborn, l’inventore del brainstorming, che consiste in una lista utile ad ampliare il campo di osservazione con una sequenza di domande. Questa lista è particolarmente adatta alle situazioni nelle quali esistono già idee (o prodotti) che però rappresentano solo soluzioni convenzionali o poco soddisfacenti.

I dieci punti della lista di Osborn che permettono di elaborare soluzioni originali e creative, sono i seguenti:
1. Diverso utilizzo!
Esiste una diversa modalità d’utilizzo? È possibile applicare l’idea in un altro contesto?
2. Adattare!
A cosa assomiglia questa idea? Esistono dei parallelismi? Cosa sarebbe possibile imitare?
3. Modificare!
È possibile modificarne il significato, il colore, il movimento, la dimensione, la forma, l’odore, ecc.?
4. Ampliare!
È possibile ampliare il concetto? Aggiungere qualcosa? Aumentare la frequenza? La forza, l’altezza, la lunghezza, il valore, la distanza? Si può riprodurre? Esagerare, rendere più grossolano?
5. Rimpicciolire!
È possibile renderlo più piccolo? Togliere qualcosa? Approfondire? Si può accorciare, assottigliare, alleggerire, schiarire, rifinire? Si può dividere? Utilizzare in miniatura?
6. Sostituire!
Cosa è possibile sostituire all’idea? Il processo si può anche organizzare diversamente? Esistono altre posizioni? Tonalità? Elementi di altre nazioni o epoche?
7. Invertire!
È possibile scambiare parti o sezioni? Si può modificare la sequenza? Invertire causa ed effetto?
8. Capovolgere!
L’idea può essere invertita? Come appare l’idea vista specularmente? I ruoli si possono scambiare? È possibile girare l’idea a 180°?
9. Combinare!
Si può collegare l’idea ad altre? Si può aggiungere un insieme più grande? È possibile scomporlo nei suoi elementi?
10. Trasformare!
Si può traforare, addensare, dilatare? Solidificare, liquefare, rendere trasparente?

Di fronte a tutte queste domande in attesa di risposta e di soluzione, la maggior parte delle persone rinuncia e desiste.

Il creativo no.

Risponde a tutte. Sperimenta. Prende nota dei fallimenti. Riprova. In poche parole, insiste.
E più insiste, più diventa veloce nel rispondere a tutte le domande.
E più risponde velocemente, più l’idea arriva in fretta, così in fretta da sembrare una dote naturale.

Nella quotidianità, se uno naturalmente ponesse tutte queste domande a sè o agli altri, sarebbe già ricoverato in psichiatria. Oppure ribattezzato come un rompicoglioni.

Provate anche voi: la prossima volta che dovete presentare una soluzione creativa ad un problema dato, utilizzate la lista di Osborn. Fate domande e date risposte.

Vediamo se alla fine risulterete più creativi o più rompicoglioni 😉

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Simona Facondo

Brand and Communications Consultant. Mi muovo nel mondo della comunicazione concentrandomi sulla strategia, la creatività, la scrittura e il design.